13 cose da fare in estate in Salento


Sono tante le cose che potete fare in Salento durante l’estate. Questa terra ricca di storia, arte, cultura, sapori e profumi non manca certo di stimolarvi. Ci sono però delle cose che dovete assolutamente fare per assaporare al meglio questa terra generosa e ospitale. Ecco la lista delle 13 cose da fare in estate in Salento.

Mangiare il pasticciotto
È curioso che un dolce squisito e abbastanza semplice da preparare sia riuscito a rimanere proprietà di una sola regione geografica: il Salento. Non se ne conoscono le origini, ma l’ipotesi più accreditata è quella che vuole il pasticciotto figlio della torta di pasta frolla e crema, nato assieme alle pasticcerie cittadine agli inizi del ’700. In pratica una torta monodose. Comunque sia è il dolce tipico del Salento: pasta frolla farcita di golosa crema pasticcera. Vi sono varianti al cioccolato, alla crema e amarena e … molto di più.

Ballare nella Notte della Taranta

E’ tra le notti più importanti del Salento, forse la più importante. La notte in cui i ritmi della musica tradizionale salentina, la pizzica, diventano i  protagonisti di un evento memorabile, unico, magico e immenso nel piccolo comune della Grecia Salentina: Melpignano.

Bere un caffè in ghiaccio
L’origine è spagnola e si affermò nel Salento già agli inizi del XVII secolo, il “caffè in ghiaccio” ha come nonno, infatti il “Café del Tiempo” tipico caffè di Valencia, dove ancora ora viene servito con una fetta di limone. Agli inizi dell’Ottocento anche ad Otranto il caffè caldo veniva servito o con una buccia di limone verde o con la menta e con pezzi di ghiaccio (o meglio, spesso ancora neve ghiacciata). La sua variante addolcita con latte di mandorla, poi, è la fine del mondo.

Fare un bagno alle Maldive del Salento
Fino a poco tempo fa Pescoluse era una delle zone più incontaminate sia dal punto di vista commerciale che naturalistico. Su sei chilometri di costa gli unici ombrelloni issati erano quelli delle famiglie con figli e nonni a carico e i parchimetri erano ancora considerati un aggeggio futuristico. L’acqua celestina, la schiera di dune fiorite, la consistenza finissima e il colore dorato della sabbia le sono poi valse l’accostamento alle Maldive.

Andar per cantine nelle terre del Negroamaro
Il vitigno del Salento è il Negroamaro, insieme al Primitivo. Il nome è una ripetizione della parola nero in due lingue: niger in latino e maru in greco antico. Dà origine alla DOC più importante del Salento, Salice Salentino Doc. La zona delle cantine più prestigiose è quella di Salice Salentino, Guagnano, Cellino San Marco e Leverano.

Mangiare le friselle
La frisella (o frisa nelle varie varianti pugliesi), è un tarallo di grano duro (ma anche orzo o in combinazione secondo varie proporzioni) cotto al forno, tagliato a metà in senso orizzontale e fatto biscottare nuovamente in forno. Ne consegue che essa presenta una faccia porosa e una compatta. Importante è distinguere tra la frisa e il pane: la frisa infatti non è un pane, in quanto è cotto due volte (bis-cotto). In passato in Puglia si usava bagnare le friselle direttamente in acqua di mare, e consumarle condite col solo pomodoro fresco, premuto per far uscire il succo.

Andare alle sagre paesane

Probabilmente il Salento è la zona d’Italia a più alta concentrazione di sagre, feste popolari, tradizionali, religiose, molto spesso associate al cibo locale. Ogni paese ha la sua sagra e il suo prodotto da mostrare orgogliosamente in degustazione. Ce ne sono per tutti i palati: Sagra te lu Purpu; Sagra della Frisella; Sagra delle Trozzelle; Sagra della purpetta; Sagra te Ciceri e Tria; Sagra della municeddha (chiocciola di campagna); Sagra della cozza piccinna; Sagra della Simeddha; Sagra del Pesce Fritto. Un elenco base lo trovate “SALENTO SAGRE E FESTE”

Visitare le grotte di ponente e levante in barca
Da quasi ogni porticciolo del Salento è possibile inoltrarsi in mare aperto grazie ai numerosi servizi di escursioni guidate in barca. Ci sono esursioni per tutti i gusti e le esperte guide vi faranno ammirare ogni anfratto della costa e le storiche e caratteristiche grotte incastonate nella scogliera, sia sul versante di ponente, sia su quello di levante. A Castro la famosa “Grotta Zinzulusa” , a Santa Cesarea Terme le cavità naturali di Fetida, Solfurea, Gattulla e Solfatara. Ancora, la Grotta dei Cervi a Porto Badisco e la Grotta delle Cipollane a Novaglie. Assai numerosi, infine, gli antri naturali di Santa Maria di Leuca: Grotta Morigio (o “degli innamorati”); Grotta del Presepe; Grotta delle Tre Porte; Grotta del Bambino; Grotta dei Giganti; Grotta del Drago; Grotta della Porcinara; Grotta del diavolo.<

Vivere la movida salentina
Alcune riviste europee, hanno premiato il turismo e la “movida” salentina come la più affascinante e ricca di eventi in tutto il vecchio continente. Una vita notturna fra le più vivaci d’Italia, atmosfere suggestive, locali sulla spiaggia aperti fino alle prime luci dell’alba. Queste sono le allegre notti nel Salento.
Per terminare in allegria una giornata trascorsa tra la sabbia e il mare del Salento, non c’è niente di meglio che passare una serata sulla spiaggia all’insegna della compagnia e del divertimento.

Gustare i piatti tipici della dieta mediterranea salentina
“La cucina salentina – prima parte” cucina tradizionale salentina è umile, povera, naturale. I sapori e gli odori sono quelli della terra e del mare. I riflessi quelli dell’oro e del rosso rubino, delle multicromie di cereali e legumi, frutta e ortaggi, verdure coltivate e selvatiche. E’ nei campi e negli appezzamenti dei terreni agricoli che si estendono sui ripiani delle Murge Salentine che si scopre tutta la bontà e la genuinità di quei nutrimenti poveri ma ricchi provenienti dalla “pancia” del Salento. L’olio, il “principe” extravergine d’oliva, il Negroamaro, il vitigno autoctono etereo e vigoroso, la carne “paesana” ed il pesce azzurro, il grano e l’orzo.

Gustare un’anguria fresca al tramonto del sole in mare

Se venisse chiamata col suo vero nome forse non avrebbe tutto questo successo: Citrullus Ianatus, ovvero l’anguria. Simbolo dell’estate perché freschissima, ricca di acqua, facile da mangiare e, come la pizza, comoda da dividere in compagnia. Mangiarla poi in spiaggia e al tramonto… non ha prezzo!!

Visitare le perle del salento
Tutti i paesi del salento, piccoli o grandi, hanno da raccontare molto a chi li visita. Ci sono però alcune località che devono essere assolutamente visitate:

“Otranto” , dapprima centro messapico e romano, poi bizantino e più tardi aragonese, si sviluppa attorno all’imponente castello e alla cattedrale normanna. Sede arcivescovile e rilevante centro turistico, ha dato il suo nome al Canale d’Otranto, che separa l’Italia dall’Albania, e alla Terra d’Otranto, antica circoscrizione del Regno di Napoli. Nel 2010 il borgo antico è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’UNESCO quale Sito Messaggero di Pace. Fa parte del club I borghi più belli d’Italia.
“Gallipoli” , situato lungo la costa occidentale della penisola salentina, è il quinto centro della provincia per numero di abitanti. La città è protesa sul mar Ionio ed è divisa in due parti: il borgo e il centro storico. Di notevole importanza storico-naturalistica è l’Isola di Sant’Andrea, circa un miglio al largo del centro storico, caratterizzata dalla presenza di animali selvatici, come il Gabbiano corso.
“Santa Maria di Leuca” , più precisamente si intende per Santa Maria di Leuca la zona sopra il promontorio su cui si trovano la Basilica e il faro (che con la sua altezza di 48,60 metri e la sua collocazione a 102 metri sul livello del mare è uno dei più importanti d’Italia), mentre la Marina di Leuca è situata più in basso ed è compresa tra punta Mèliso ad est, posta ai piedi del promontorio, e punta Ristola ad ovest, estremo lembo meridionale del Salento.
“Galatina” , situata a 20 km a sud di Lecce, Galatina svela i segni di un’arte e di uno splendore che, fin dal XIV secolo, con gli Orsini del Balzo, ha raggiunto grandi livelli. Monumento più celebre della cittadina è la Basilica di S. Caterina d’Alessandria, in stile romanico pugliese e con tre portali intagliati in pietra leccese. Un chiostro affrescato del ’700 affianca il tempio.
“Lecce” , città d’arte del Meridione Italiano, è nota come “la Firenze del Sud” o la “Firenze del Barocco: le antichissime origini messapiche e i resti archeologici della dominazione romana si mescolano infatti alla ricchezza e all’esuberanza del barocco, tipicamente seicentesco, delle chiese e dei palazzi del centro. Lo sviluppo architettonico e l’arricchimento decorativo delle facciate è stato particolarmente fecondo durante il Regno di Napoli ed ha caratterizzato la città in modo talmente originale da dar luogo alla definizione di barocco leccese.

Visitare un frantoio ipogeo
Il frantoio ipogeo o “Trappeto ipogeo”  nel Salento è il testimone nascosto di una millenaria civiltà ed è stato parte imprescindibile della cultura economica e sociale del Salento. In provincia di Lecce sono stati individuati circa cento “trappeti”, e sin dai primi anni ’80 enti pubblici e organismi di tutela si sono adoperati nell’opera di recupero di questi veri e propri reperti di archeologia frantoiana.